La cella di Beata Giulia
Beata Giulia Della Rena (Certaldo, 1319 – Certaldo, 9 gennaio 1367) fu una religiosa italiana appartenente al Terz'Ordine di Sant'Agostino ed è venerata come Beata dalla Chiesa Cattolica.
Visse reclusa in una cella ubicata a Certaldo Alto. Si dedicò completamente alla penitenza ed alla preghiera e morì dopo trent'anni d'isolamento. La povertà di fonti letterarie riguardanti Beata Giulia è sconcertante, infatti, quasi tutte le notizie pervenute sono di derivazione orale.
Nata, si tramanda, nel 1319 a Certaldo dalla nobile ma decaduta famiglia Della Rena, Giulia fu mandata verso i diciotto anni a servizio a Firenze presso la famiglia Tinolfi, con la quale era imparentata. Impaurita dalle tentazioni che una città come Firenze offriva, decise di prendere i voti di terziaria agostiniana. Non ancora soddisfatta, decise di ritornare al natio borgo.
Una volta giunta a destinazione salvò un fanciullo da un palazzo in fiamme, suscitando l'ammirazione dei suoi compaesani: questo fece maturare in lei la decisione di rinchiudersi in una piccola celletta nelle adiacenze dell'abside della chiesa dei Santi Jacopo e Filippo.
Fece collocare su una parete un crocefisso e, con solennità, all'esterno un muratore murò l’ingresso.
Di lei si dice che ogni giorno contraccambiasse gli alimenti che le venivano forniti con mazzetti di fiori freschi; una versione lontana dal culto religioso racconta che soffrisse d'anoressia.
La morte sopraggiunse il 9 gennaio 1367: i Certaldesi furono avvisati dal suono delle campane che misteriosamente si misero a suonare da sole. Questo è un tema ricorrente della letteratura agiografica molto diffuso per i Santi e Beati della Valdelsa (ad esempio, Santa Verdiana di Castelfiorentino, Santa Fina e il beato Vivaldo da San Gimignano).
Le esequie furono celebrate con gran concorso di popolo ed attorno al suo feretro esposto furono numerosi i miracoli. Già nel 1372 le fu eretto un altare nella chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, entro il quale custodire le sue spoglie mortali.
Nel corso dei secoli, la sua sepoltura ha visto notevoli trasformazioni. Attualmente i suoi resti si trovano ancora nella chiesa dei Santi Jacopo e Filippo in una nicchia di recente costruzione, approssimativamente nello stesso punto in cui era stato eretto il primo altare del 1372: sopra questa nicchia è stata posta la predella quattrocentesca dove sono illustrati episodi della sua vita.
Il suo culto ab immemorabili fu confermato da Pio VII nel 1819
Ogni anno, la prima domenica di settembre, il paese ne celebra la festa con una processione che dal borgo medievale si dirige nella parte bassa del paese, per concludersi nella propositura di San Tommaso; il mercoledì successivo di nuovo una processione riaccompagna l'urna con i resti della beata dalla propositura fino alla chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, in Certaldo Alto.
Originariamente la festa veniva celebrata il 9 gennaio, cioè giorno della morte (come avviene per tutti i Santi); tuttavia, a causa dei rigori dell'inverno, la festa fu spostata alla prima domenica di settembre.
Da qualche anno sono sorti i "Cavalieri di Beata Giulia" gruppo che segue le attività parrocchiali e più da vicino il culto della beata patrona di Certaldo.