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Museo Arte Sacra

Il Museo d'Arte Sacra di Certaldo (Firenze), inaugurato nel 2000, conserva le opere provenienti dalle chiese del Vicariato della Valdelsa fiorentina, raccolte a partire dal 1963, all'indomani della mostra "Arte in Valdelsa"; questo importante evento servì a mettere in evidenza l’impossibilità di ricollocare, per motivi di sicurezza, alcune delle opere esposte alle loro chiese di provenienza, e la necessità di provvedere a una adeguata conservazione museale e valorizzazione del patrimonio artistico.

Il Museo ha sede nel Convento degli Agostiniani (XV secolo), adesso accuratamente restaurato per adibirlo al nuovo uso. Si trova tra il Palazzo Pretorio e la Casa del Boccaccio e vi si accede dalla piazzetta davanti alla Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, edificata nel XIII secolo .

Internamente un  chiostro romanico fa da collegamento fra la chiesa e il convento.  

Il patrimonio del Museo comprende opere d'arte e suppellettile liturgica, disposti in  sezioni e secondo un ordine cronologico. 

 

Il Cristo di Petrognano 

Lo splendido Cristo in croce, trasferito nel 2010 nell’abside della Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, ha ritrovato il suo antico splendore dopo anni di abbandono. Il Cristo è un unicum  nel campo della scultura, in particolare il volto segnato dalla bocca semiaperta, come se emettesse un respiro, con baffi , barba e una sottile peluria sulle guance dipinti a piccoli colpi di pennello.  Quello che maggiormente attira l’attenzione di chi guarda il volto sono i grandi occhi spalancati contornati da fini sopracciglia dipinte volti ad esprimere il trionfo sulla morte ,il Cristo di Petrognano infatti è un’  esempio di Christus Triumphans. Sia l’autore che il periodo in cui esso fu scolpito sono tuttora ignoti e molte sono le interpretazioni a riguardo, ma il modo particolare in cui il volto è stato dipinto,la posizione dei piedi ed il perizoma nella sua forma aggrovigliata,lo fanno risalire ad una tecnica in voga tra i pittori del primo quarto del Duecento. Anche l’ubicazione nella piccola chiesetta di San Pietro a Petrognano non sembra quella originaria a causa delle imponenti dimensioni della croce, segata alle estremità e dietro il corpo proprio per adattarla alle dimensioni ridotte della parete della chiesa ed usata per sorreggerne il tetto, che sembrerebbe infatti destinata a decorare una grande abbazia o una chiesa importante di un centro cittadino del circondario toscano.

Petrognano infatti era il borgo di Semifonte che fu distrutta nel 1202, una prima ipotesi è quella che l’opera fosse collocata all’interno di una chiesa di Semifonte o della Pieve di San Giovanni Battista in Jerusalem rasa al suolo insieme alla città. Altra ipotesi,che spiegherebbe il motivo della statua lignea nella chiesa di Petrognano,è che l’opera fosse destinata precedentemente alla pieve di  Sant’Appiano , una delle chiese più importanti della Valdelsa  nei secoli XII e XIII , ma sia passata  successivamente a Petrognano  perché considerata di gusto più arcaico rispetto all’altra. L’ unicità di questa scultura fa sì che non sia possibile trovare confronti adeguati con altre opere che possano aiutare una sua datazione ed una collocazione stilistica, per questo motivo il Crocifisso di Petrognano oltre ad essere straordinario è profondamente enigmatico perché continua a sollecitare domande alle quali non si riesce a dare una risposta.

 Sala dei Dipinti

Nel salone sono esposti i dipinti più antichi databili dal XIII al XVI secolo:

 

Madonna in trono con Gesù Bambino tra san Lorenzo e santa Margherita (1240 - 1245), dipinto su tavola, opera del Maestro del Bigallo, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Bagnano.

 

Trittico con la Madonna con Gesù Bambino tra san Pietro e san Romolo (1315 - 1320 circa), dipinto su tavola, attribuito ad Ugolino di Nerio, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Bagnano. 
Madonna in trono con Gesù Bambino e due angeli (1270 - 1275 circa), dipinto su tavola, di Meliore di Jacopo, detto Meliore, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Bagnano.
 

 

Gesù Cristo crocifisso, Madonna e santi (1385 - 1390), tempera su tavola

  

 

 

Cenni di Francesco, San Martino di Tours e santa Caterina d'Alessandria (1405 - 1410), affresco staccato

Sale delle Oreficerie

Queste tre piccole sale sono dedicate alle oreficerie, prevalentemente provenienti dalla Chiesa di San Lazzaro a Lucardo e commissionate dalla famiglia dei Gianfigliazzi.

  • Turibolo (XIII secolo), in ottone dorato, sbalzato ed inciso, di bottega toscana, proveniente dalla Chiesa di san Gaudenzio a Ruballa.
  • Croce astile (metà del XIII secolo), rame cesellato, inciso, dorato (la croce) e bronzo fuso (Gesù Cristo), opera della bottega di Ruggero di Helmershausen, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Casale.
  • Croce astile (XIV - XV secolo), rame sbalzato, cesellato, inciso, dorato, bronzo fuso, di bottega toscana, proveniente dalla Chiesa di San Lazzaro a Lucardo.
  • Ostensorio (prima metà del XV secolo), rame dorato, argentato, sbalzato e smalti, di bottega fiorentina, proveniente dalla Chiesa di San Lazzaro a Lucardo.
  • Croce astile (metà del XV secolo), rame inciso, cesellato e dorato,di bottega toscana, proveniente Chiesa di San Martino a Pastine.
  • Calice a pisside (1496), rame sbalzato, cesellato, bulinato e dorato, di bottega fiorentina, proveniente dalla Chiesa di San Lazzaro a Lucardo.
  • Reliquiario a busto della beata Giulia (1652 - 1653), in argento sbalzato, cesellato e bulinato, di Paolo Laurentini, proveniente dalla Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo e commissionato dal frate agostiniano Domenico Conti, del convento di Santo Spirito di Firenze.
  • Lampada votiva (1736), in argento sbalzato, inciso e cesellato argento, realizzata dalla bottega di Insegna della Spada, proveniente dalla Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo: questa, come riportano le iscrizioni, fu donata nel 1763 ed è dedicata al santo agostiniano Nicola da Tolentino, al cui Ordine apparteneva la chiesa da cui proviene la lampada.
Croce Astile Calice pisside  Turibolo

      

Sala dei Paramenti

 

Nella sala sono conservati i paramenti sacri, tra cui spiccano:

  • Banda processionale (primo quarto del XVIII secolo), broccatello di seta e lino seta e lino, di manifattura fiorentina. Il tessuto presenta un disegno a infiorescenze stilizzate in un reticolato di grandi foglie polilobate. L´emblema ovale al centro, sul quale è stata dipinta la Madonna del Rosario.
  • Velo da calice (secondo quarto del XVIII secolo), taffetas di seta marezzato e ricamato in seta, oro e argento su fondo viola, di manifattura fiorentina, proveniente dalla Chiesa di San Tommaso. Esso presenta al centro il simbolo bernardiniano e ai quattro angoli dei tralci vegetali, entro i quali si riconoscono narcisi, peonie, rose e garofani.
  • Pianeta (terzo quarto del XVIII secolo), in Gros de Tours di seta ricamato in seta, di manifattura toscana, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Bagnano. Questo paramento dal fondo color avorio si caratterizza per i variopinti ricami a motivi vegetali e zoomorfi, tra cui il pavone.

 

Pianeta con pavoni (terzo quarto del XVIII secolo), in Gros de Tours di seta ricamato in seta

 

Sala della Compagnia

Nella sala sono esposti i dipinti del XVII secolo e le sculture della raccolta museale. Si noti:

  • Madonna con Gesù Bambino (fine del XVI - inizi del XVII secolo), in legno intagliato e dorato, di bottega toscana, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Bagnano. Questa piccola statua originariamente aveva la funzione di reliquiario, come testimonia la teca ovale visibile sulla base.
  • Madonna del Rosario e san Domenico (1611), tempera su tela, di Bernardino Monaldi, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria a Bagnano.

 

 

 

Il percorso si conclude nella Chiesa dei S.S. Jacopo e Filippo  dove è custodita l'opera ritenuta una delle più importanti del Museo:

  • Gesù Cristo crocifisso (prima metà del XIII secolo), in legno scolpito e dipinto, di anonimo scultore toscano, proveniente dalla Chiesa di San Pietro a Petrognano: vero e proprio unicum nella scultura, questa immagine del Christus Triumphans (Gesù Cristo che trionfa sulla morte). Di grandi dimensioni, per quanto segato alle estremità, essa veniva descritta come sostegno del tetto della chiesa, quasi come un telamone.

 Gesù Cristo crocifisso (prima metà del XIII secolo), in legno scolpito e dipinto

 

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